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Martedì, 01 Gennaio 2019 14:26

Maria Santissima Madre di Dio

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Fin dall’inizio di questo nuovo anno 2019, vogliamo augurarvi abbondanti benedizioni del Signore e chiedere la protezione amorosa di Maria nostra Madre nel cammino quotidiano verso il suo amato Figlio. Condividiamo l’omelia di fra  Ignacio Ceja OFM nella solennità di Maria Santissima, Madre di Dio; l’Eucaristia è stata celebrata nella cappella della nostra casa Generalizia “Asisium”.

Cari fratelli e sorelle, celebriamo l’ultimo giorno dell’ottava di Natale, con la solennità di Maria Santissima, Madre di Dio, ed iniziamo il nuovo anno solare 2019. Ringraziamo Dio per tutti i benefici che ci ha concesso durante l’anno appena finito e ci affidiamo alla sua bontà per il nuovo anno che comincia.

Tutti gli eventi della nostra vita, personale, familiari, sociali che vivremo durante questo anno, vogliamo consacrarli al Signore e metterli sotto la protezione della Madonna, confidando nella sua intercezione presso Suo Figlio, affinché possa essere un anno di gioia e di pace per tutti noi e per il mondo intero. La festa della Madre di Dio e la Parola appena ascoltata ci mettono davanti al mistero che è la fonte della nostra gioia, della nostra speranza, e del nostro impegno nella carità: il Figlio di Dio fatto uomo nel seno della Vergine Maria.

Nell’anno 431 a Efeso, allorché i Padri Conciliari hanno definito Maria Madre di Dio, hanno affermato che nel figlio di Maria, Dio veramente si è avvicinato alla nostra vita per condividere la Sua vita con noi. Inoltre, ricordando quanto scrive Tommaso da Celano, il più profondo motivo della devozione a Maria di Francesco d’Assisi era proprio la sua maternità divina. Ha scritto il biografo: “circondava di un amore indicibile la Madre di Gesù, perché aveva reso nostro fratello il Signore della maestà” (2Cel 198). Francesco contempla in Maria: l’esperienza del mistero dell’Incarnazione, l’esperienza dell’Onnipotente che si abbassa fino al punto di diventare, in Gesù, nostro fratello; l’Onnipotente che viene a condividere in Gesù la nostra fragilità; il Santo che scende a prender un posto tra i peccatori; l’Infinitamente degno che si umilia in Suo Figlio.

Dire che Maria è Madre di Dio, dunque, significa che l’umanità è stata toccata da Dio fino in fondo e tutte le dimensioni della vita umana sono chiamate ad essere trasformate dalla grazia di Gesù. Ci lo ricorda, in questa giornata mariana, il testo della lettera ai Galati, che ci riporta al cuore del mistero della natività di Gesù Cristo: “Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelle che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”. Questa assunzione della natura umana ha portato uno straordinario capovolgimento nella storia dell’umanità. La venuta di Cristo sulla terra ci conferma infatti la nostra dignità di figli di Dio.

Invochiamo Maria, fonte della nostra gioia e a lei chiediamo per la nostra umanità, contrassegnata da tante tristezze, il dono della vera gioia. Questa gioia cristiana che non è l’allegria rumorosa e momentanee che la nostra cultura spesso identifica con questo termine e che si vende nel mercato del consumismo. È piuttosto la serena letizia che nasce dalla certezza di essere amati da Dio, amati personalmente dal nostro Creatore, da Colui che ha nelle Sue mani l’universo e che ama ciascuno di noi con amore appassionato e fedele.

L’amore di Dio è più grande delle nostre infedeltà e peccati e proprio per questo riscatterà la nostra vita dalla morte. La gioia evangelica è la gioia della fede e della speranza; ma è anche la gioia della carità, cioè della comunione con l’amore stesso di Dio e della carità che si condivide con i fratelli. Una gioia che non viene spenta dalle prove e dalle sofferenze che possiamo incontrare, ma si dimostra più forte di esse, dal momento che ha il suo fondamento nell’amore fedele del Padre che si è donato a noi in Gesù Cristo.

Oggi celebriamo anche la giornata mondiale della pace. Rinnoviamo il nostro impegno di essere, come gli angeli la notte di Natale, messaggeri del Vangelo della pace. Le nostre parole e le nostre opere siano segni della misericordia di Dio, di comunione fraterna, di solidarietà, di perdono, di rispetto per tutti.

Fratelli e sorelle, vogliamo iniziare questo nuovo anno con la benedizione di Dio su tutti noi e su tutto il mondo. Quello che Mosè ha chiesto per il popolo d’Israele diventa una realtà anche per noi, per le nostre famiglie, comunità e il mondo intero: “il Signore ci custodisca. Il Signore faccia risplendere su noi il suo volto e ci faccia grazia. Il Signore rivolga a noi il suo volto e ci conceda la pace”.

Buon anno a tutti!

Letto 3064 volte Ultima modifica il Lunedì, 01 Aprile 2019 21:50